Se pensate anche voi di aver avuto almeno una volta la sindrome dell’impostore, siete in buona compagnia.
Albert Einstein
ha detto ad un suo caro amico: “La considerazione esagerata in cui viene tenuto tutto il mio lavoro, mi mette a disagio e talvolta mi fa sentire un imbroglione, anche se involontario”.
Maya Angelou
poetessa e attivista americana, diceva: “Ogni volta che scrivo un libro, ogni volta che affronto quel foglio bianco, la sfida è gigantesca. Ho scritto undici libri, ma ogni volta penso ‘ok, adesso mi beccano. Ho preso tutti in giro e adesso lo scopriranno“. Tutto questo nonostante le valanghe di premi ricevuti (e le oltre 50 lauree ad honorem).
Liz Rayan
imprenditrice e CEO di Human Workplace, quando conquistò l’equivalente di un Oscar dell’impresa, non si sentì una vincitrice, ma dichiarò: “Tutto quello che riuscivo a pensare era: chi diavolo credono sia io?”.
Sonia Sotomayor
prima giudice ispanica della Corte Suprema americana, afferma di domandarsi sempre: “Sono all’altezza del mio ruolo?”.
Arianna Huffington
co-fondatrice dell’Huffington Post, si chiede spesso la stessa cosa.
Sheryl Sandberg
direttrice operativa di Facebook, nel suo libro ‘Facciamoci avanti. Le donne, il lavoro e la voglia di riuscire’, scrive che a volte si sente ancora un’impostora.
Tom Hanks
in un’intervista rilasciata nel 2016 dichiarava: “Quando scopriranno che in realtà sono un imbroglione e mi porteranno via tutto?”.
Jodie Foster
dopo aver conquistato l’Oscar nel 1988 ha confessato: “Quando me lo hanno consegnato temevo sarebbero poi venuti a casa mia, avrebbero bussato alla porta e mi avrebbero detto: ci scusi, in realtà intendevamo darlo a un’altra, doveva andare a Meryl Streep”.
Meryl Streep
anche la nota attrice confessa di soffrire di disistima; una volta ha detto di sé: “In realtà io non so affatto recitare”.