La 15esima edizione del Global Gender Gap Report 2021 è stata pubblicata poco dopo un anno dall’inizio della pandemia. I primi risultati evidenziano che l’emergenza sanitaria e la relativa recessione economica hanno avuto un impatto più grave sulle donne rispetto agli uomini, riaprendo parzialmente lacune che sembravano essere state in parte colmate.

Se si guarda alla classifica dei 156 paesi presi in esame, l’Italia si posiziona al 63esimo posto, mostrando solo un leggero miglioramento rispetto al 2020.

Gender gap: Una donna su due in Italia è disoccupata

L’Italia è uno dei Paesi in cui essere donna è più difficile, come dimostra il fatto che, tra coloro che hanno perso il lavoro durante il periodo pandemico, la maggioranza è rappresentata dalle donne. Questo dato va ad incardinarsi su una situazione già compromessa. L’Italia si pone al 63esimo posto nel mondo sulla strada verso la parità di genere e i dati sulla disoccupazione sono allarmanti: una donna su due non lavora, mentre l’occupazione maschile si attesta al 70%.

Le donne sono più povere degli uomini

Non solo le donne soffrono una maggiore disoccupazione, ma a parità di mansioni ricevono una retribuzione inferiore a quella maschile, con una differenza salariale a proprio svantaggio pari al 20%.

Donne e lavoro

L’ambito in cui l’Italia ha una forte necessità di migliorare è quello del lavoro, ambito nel quale si registrano ancora gravi disparità, tanto che il nostro paese si colloca costantemente all’ultimo posto tra tutti gli Stati membri dell’UE. I dati del mondo del lavoro ci dicono anche che le donne spesso faticano molto a raggiungere i vertici delle aziende, infatti solo il 28% dei lavoratori con qualifica dirigenziale è donna.

Studiano di più. Si laureano prima e con voti migliori. Sfruttano meglio le esperienze all’estero e i tirocini.

Ma riscontrano più difficoltà a trovare un lavoro rispetto ai loro colleghi e guadagnano in media il 20% in meno.

È la fotografia del gender gap che affligge le laureate italiane, secondo il primo rapporto tematico di genere realizzato da AlmaLaurea.

PRIME TRA I BANCHI E ALLA LAUREA

Secondo AlmaLaurea, nel 2020 le donne costituiscono quasi il 60% dei laureati in Italia. E i risultati universitari sono migliori rispetto a quelli degli uomini.

Sul lavoro lo scenario cambia

Arrivate sul mercato del lavoro, il quadro muta completamente. E le differenze di genere emergono in tutta la loro drammaticità. Il tasso di occupazione a cinque anni dal titolo, infatti, è sempre a vantaggio degli uomini, anche rispetto ad alcune caratteristiche del lavoro svolto: per loro maggiore lavoro autonomo o con un contratto a tempo indeterminato, mentre per le donne, più contratti non standard, ossia principalmente a tempo determinato.

IL GENDER PAY GAP

Anche in termini retributivi si conferma il vantaggio a favore degli uomini. In particolare, a cinque anni dalla laurea gli uomini percepiscono, in media, circa il 20% in più.

L’analisi della professione svolta mostra che è soprattutto il genere maschile a occupare ruoli di alto livello, ossia di tipo imprenditoriale o dirigenziale e a elevata specializzazione.

FONTI

World Economic Forum, “Global Gender Gap Report 2021”

Primo Rapporto tematico di genere “Laureate e laureati: scelte, esperienze e realizzazioni professionali”, realizzato dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea